Gli oliveti alto gardesani hanno sicuramente origini antichissime, anche se non è con precisione documentata la data di introduzione della coltivazione dell’olivo sul Garda. Marin Sanuto nel suo "Itinerario per la Terraferma Veneziana" del 1483 riporta di aver attraversato vasti oliveti tra Salò e Maderno e Bongiani Grattarolo nel 1599 scrive che gli ulivi del Benaco “contendono di antichità coi marmi dei primi Romani”.
Rispetto all’agrumicoltura che richiedeva complesse opere ed elevatissimi costi di costruzione e manutenzione, una superficie più estesa era destinata all’olivicoltura, introdotta in tempi molto antichi e presente in tutto il territorio alto gardesano. Anche per l’impianto degli oliveti fu necessaria una notevole opera di trasformazione e antropizzazione del paesaggio: i versanti nel corso dei secoli sono stati modellati in ciglioni o in terrazzamenti con muri in pietra a secco per poter al meglio sfruttare i caratteri geo-morfologici locali. Le piante, messe a dimora lungo le terrazze, venivano fatte crescere in altezza per sfruttare al massimo la superficie di terreno resa idonea all’impianto.
Pur non essendo una coltivazione intensiva – anche per i considerevoli costi di realizzazione – generalmente associata al prato, alla vite, agli allori, ad altri alberi da frutto oltre che al bosco, l’olivicoltura era molto redditizia: infatti la produzione d’olio d’oliva, destinato in parte all’esportazione, raggiunse nel XIX secolo anche i 3.000 quintali/anno nel solo Comune di Gargnano.
Relativamente alle diverse varietà di olivi coltivate nell’alto Garda, Giuseppe Solitro nel 1897 riporta che: “attualmente… sulla riva occidentale del Benaco le varietà più comuni sono: il gargnà, la casaliva e il miol ed anche queste non sempre mescolate ma a zone, secondo la qualità del terreno.
Giuseppe Solitro precisa inoltre che gargnà e casaliva sono le specie migliori per bontà del prodotto e relativamente all’olio gardesano commenta che: “L’olio che possono dare le olive della nostra regione è veramente squisito, tale da poter vantaggiosamente gareggiare coi migliori delle altre regioni italiane”
Indubbiamente l’olivicoltura risulta la coltivazione storica ancora maggiormente praticata e rappresenta una rendita economica significativa, malgrado gli alti costi di gestione per le difficoltose operazioni di potatura, concimazione e raccolta. Diversi e distribuiti nei paesi della costa sono gli oleifici che raccolgono e spremono le olive, producendo olio extravergine di oliva di grande qualità.